il passaggio sul crinale sottile e difficile tra un’Italia che scompariva
e un’altra, forse più feroce, che stava nascendo.
Alias - Il Manifesto
NOTE DI REGIA
Dai primi passi della ricerca, mi sono reso conto che la vicenda di Caterina non poteva essere raccontata in maniera lineare, né il suo percorso artistico e culturale racchiuso in una sintesi cronologica. Per questo ho deciso di raccontarla attraverso diversi piani narrativi, tenendo conto di alcuni passaggi biografici, ma facendomi guidare soprattutto dal flusso delle suggestioni scaturite dal suo lavoro e dalle persone e dai luoghi che ha incrociato nel corso della sua vita. Ho deciso, insomma, di raccontare Caterina Bueno per frammenti di diversa forma e natura.
Caterina ha lasciato un vasto (anche se non organizzato) patrimonio sonoro, quasi completamente inedito e preziosissimo: ricerche e registrazioni sul campo, tracce di interviste, ricordi e testimonianze.
Proprio la voce di Caterina, ritrovata in vecchi nastri magnetici da lei incisi in oltre 50 anni di lavoro, rappresenta la traccia intermittente e non lineare che contribuisce a dare al racconto un suo personale peso specifico. Come contrappunto a questa dimensione ho fatto poi ricorso a materiale d’archivio più istituzionale: concerti, partecipazioni a trasmissioni televisive, interviste che vedono Caterina Bueno come protagonista negli anni ‘60 e ‘70; una presenza che andrà gradualmente affievolendosi dagli anni ‘80 ai giorni nostri.
A completare il quadro, i ricordi di alcune delle persone che hanno conosciuto Caterina e che ancora adesso ne conservano e promuovono la memoria: un mosaico fatto di ricordi e di differenti interpretazioni dell’eredità che Caterina ha lasciato nelle persone incontrate. Riflessi di memorie diverse, anche se in qualche modo complementari, che provano a restituire, attraverso una dimensione intima e personale, la complessità di un personaggio come Caterina Bueno.
– Francesco Corsi