BIO
Caterina Bueno nasce a Fiesole il 2 aprile 1943, figlia della scrittrice svizzera Julia Chamorel e del pittore spagnolo Xavier Bueno. Sin da ragazzina comincia a girare per campi, mercati e osterie registrando le modalità, le formule, le melodie e i testi della tradizione orale contadina. La sua ricerca si fa sempre più incessante e il campo d’azione si estende a tutta la Toscana.
La sua voce si trasforma presto nella voce-simbolo della Toscana degli ultimi: basti pensare a canzoni come Maremma Amara o il Lamento del carbonaro, ritratti di una complessa e drammatica epoca storica, che sono potuti tornare alla luce solamente grazie all’impegno di Caterina. Senza il suo intervento, questo e altri tasselli della memoria popolare avrebbero continuato a far parte di un vero e proprio patrimonio culturale sommerso.
L’attività di ricerca è poi coronata da un incessante impegno sui palchi italiani e internazionali, a partire dagli anni ’60, con il pionieristico Bella Ciao del Nuovo Canzoniere Italiano (insieme a Giovanna Marini, Giovanna Daffini, Michele Straniero e altri) e con la partecipazione allo spettacolo Ci ragiono e canto di Dario Fo, fino a spettacoli rivolti alle varie espressioni del folk italiano, come Ed ora il ballo, o alle esibizioni all’interno del Folk Studio di Roma, accompagnata dal giovane chitarrista Francesco De Gregori (che le avrebbe in seguito dedicato la canzone Caterina).
Caterina è diventata, col tempo, una figura cardine per ampi settori del mondo musicale: è stata ispiratrice e maestra per cantanti, interpreti e cantautori, ma ha anche contribuito – e questo forse è il suo lascito principale – a mantenere viva e attuale la memoria della terra e la cultura popolare.